Cucchi eri un pesce piccolo

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Cosa succede quando ci si preoccupa troppo dei pesci grossi? Che ai pesci piccoli non ci pensa nessuno e -che siano in un acquario o in mare aperto- potrebbero finire male.

Benny Zamboli, moglie di un detenuto, scrive sulla bacheca Facebook di Pannella un appello disperato: “Signor Pannella, le chiedo aiuto per mio marito, è nel carcere di Campobasso e oggi mi ha telefonato dicendo che da sabato è in isolamento. Si chiama Califano Vincenzo, Piangeva dicendo che lo stanno picchiando da sabato e che se succede qualcosa non è un suo gesto vi prego aiutatemi”.

Per rispetto di chi legge non riporto i commenti di alcuni utenti che hanno voluto rispondere alla signora, commenti che  non sarebbero sopportabili nemmeno dopo un’accurata parafrasi. Chiaramente c’è un problema di non poco conto: mentre lo Stato si interroga sulle sorti giudiziarie di uno (Berlusconi), non riesce a garantire per molti uno sconto di pena in pieno rispetto della dignità umana.

La tristezza di queste realtà si trasforma in rabbia viscerale quando si pensa ad esempio ai guanti bianchi con i quali spesso  vengono trattati mafiosi, i quali -oltre a rappresentare un costo maggiore per le casse statali- dal carcere organizzano affari, costruiscono imperi. Immaginate voi un padrino malmenato dai poliziotti? Certo che no. È più facile accanirsi con chi non conta niente, contro i pesci piccoli.

Quella delle carceri italiane è troppo spesso una realtà fatta di violenza e di non giustizia. Ad ogni modo però rassegnarsi allo stato delle cose sarebbe come imprimere più forza nelle manganellate, nei cazzotti , nei calci inferti ai detenuti.

Nulla di più atroce sarebbe assistere inermi all’ennesimo caso Cucchi. Uno come lui sì, era un pesce davvero piccolo.

Si cerchi di fare luce su Vincenzo Califano, prima che la luce (eterna) illumini lui.

In the jungle

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Si sono visti accoppiamenti strani in questi ultimi giorni di campagna elettorale. Assemblaggi animaleschi che nemmeno i più bravi dei Piero Angela riuscirebbero a spiegare. Si parta dall’alleanza tra Berlusconi e la Lega: fino a poco tempo fa quest’ultima aveva dichiarato che non avrebbe mai più voluto avere che fare con il Cavaliere, ma poi -miracolo-si è trovato l’accordo. Evidentemente non si era considerato che un anelito di potere può rinsaldare qualsiasi tipo di scissione. Rimane solo un interrogativo: dov’è la Lega? E dov’è Alfano che dovrebbe – eventualmente- ricoprire la carica di Presidente del Consiglio?
Monti si è alleato invece con Casini e Fini. Quest’unione-che di per sé non stride-risulta quantomeno curiosa, soprattutto se si pensa che qualora dovesse vincere il PD l’ attuale premier lascerà la sua coalizione “moderata” per entrare a far parte del governo di centrosinistra.
L’IDV si aggancia alla Rivoluzione civile dell’ex magistrato Ingroia, anche se la filosofia politica molto a sinistra di quest’ultimo e l’animo da sceriffo smargiasso di Antonione Di Pietro , sembrano fare a cazzotti. Ma poco importa, d’altronde se è già capito che questa lista è nata solo per disperdere voti.
Non è difficile proseguire con gli esempi di strane alleanze. Tralasciando le elezioni politiche, si prendano quelle regionali. Nel Lazio c’è Storace che tutto un tratto sembra essere innamorato del pensiero radicale di Marco Pannella. Solo il sarcasmo di Dario Vergassola ha potuto incorniciare questo sodalizio: “Storace, cosa farete? Di tutta l’erba un fascio?”.
Ma tra gli accordi più improbabili, c’è senz’altro quello di un personaggio che è passato alla storia per altre vicende di cronaca. La persona in questione è Luciano Moggi fino a stasera tra le schiere dei Riformisti di Stefania Craxi. Una candidatura che per fortuna è stata disdetta proprio dall’ex dirigente della Juventus, che ha deciso di affrontare il processo denominato “Calciopoli” in cui è ancora coinvolto. Un gesto doveroso, davanti al quale in un paese civile non bisognerebbe sorprendersi. A sorprendere semmai dovrebbe essere la decisione del Tribunale di Milano di sospendere- per un legittimo impedimento illegittimo-i processi che vedono coinvolti Silvio Berlusconi.

Lì fuori è un brutto mondo, una vera giungla!