Beautiful Berlusconi

 

Dubito fortemente che le cose da stasera possano essere diverse . Del resto non sono abituato al cambiamento. Come non lo sono milioni di italiani che da quasi trent’anni tra Tangentopoli e Seconda Repubblica guardano e riguardano sempre il solito film.

E’ vero,a volte entriamo nella sceneggiatura, facendo la parte di chi si sveglia la mattina e va a protestare contro la “casta”, contro “i politici porci”, contro il “magna magna”. Ma poi dopo qualche città bruciata o qualche monumento imbrattato torniamo a casa. Torniamo in noi. E non cambia niente: vediamo le senatrici in nero in segno di lutto, i comizi davanti ad improbabili signori della terza età pagati per stare avvolti nella bandiera del Popolo della Libertà (ops… ora le bandiere sono quelle di Forza Italia, sì, come quelle del 1994).

E’ un post pessimista questo, perché se è vero che anche i film più lunghi poi finiscono è vero anche che Berlusconi assomiglia più ad uno di quegli attori di Beautiful: muore tante volte e resuscita -non si sa come- ogni santa volta.

Quando bisogna fare gli uomini

 

Siamo abituati sin da piccoli a fumare di nascosto, a sbirciare dal buco della serratura, a fare filone a scuola.

E’ un’attitudine -quella della trasgressione- che ci portiamo avanti per tutta la vita. Chi non trasgredisce alla fine è un po’ represso e finisce per fare danni a sé stesso e agli altri. E’ ovvio allora che a trasgredire -in diversa misura- trasgrediamo tutti.

La trasgressione si sa, è causa di danno: se tradisco la mia compagna lei sarà ferita, viceversa lo sarei io. Ciononostante  la trasgressione non la puoi fermare (a meno che la vita che hai ti appaghi in tutto e per tutto). E se fumare una sigaretta a dodici anni è tutto sommato una cosa innocua, diverso è se ti ritrovi ad essere il regista di un sistema prostitutivo chiamato “Bunga Bunga” mentre fai il Presidente del Consiglio. Così è stato per Silvio Berlusconi.

Lui dopo essere stato condannato a sette anni dalla quarta sezione penale di Milano per concussione e sfruttamento della prostituzione minorile si dice ” ferito come uomo e come politico”.

Ora, che Berlsuconi fosse infelice questo l’abbiamo capito. Per questo -da uomo- lo si deve comprendere, persino giustificare.

Come politico, forse non è mai valso più di una cippa.

Forse adesso è tardi per recuperare, ma per una volta il Cavaliere, smetta di fare il politico e faccia l’uomo. Nessuno gli verrà a fare la morale.

I vermi

 

Sul caso Ligresti- Cancelleri se ne sono dette tante, ora emerge che pure il marito della ministra telefonava a Don Salvatore ed aveva rapporti con la famiglia. Continuiamo a ripeterci: “in Germania si dimettono per una multa non pagata, qui invece rimangono tutti incollati alla poltrona…bla bla bla” e giù col fiato sprecato. Fia- to spre -ca- to!

In un Paese in cui (se ti chiami Berlusconi) per rendere applicata una sentenza della Cassazione bisogna aspettare non si sa quanto passando tra intrallazzi parlamentari e voti sulla decadenza, ogni nostra parola è aria fritta. Possiamo dire quello che vogliamo ma -purtroppo- riceveremo indietro solo qualche vaga eco delle nostre lamentele.

Manca l’etica. Ecco. La Cancellieri avrebbe fatto una figura migliore se si fosse dimessa. L’avremmo capita (forse inteneriti dal suo viso da nonnina) e saremmo andati avanti magari con la speranza che se la mela è marcia prima o poi viene buttata. Invece niente. Utopia pura sperare in questo. Dobbiamo accontentarci dei vermi.