Molti la chiamano la Terza Repubblica. Per altri non è altro che il proseguimento di una politica marcia e stantia che dura da oltre un ventennio. Certo è che l’unica vera novità a cui abbiamo assistito è stato l’affermarsi del Movimento 5 stelle. Un gruppo politico nuovo, composto da persone tanto normali da far pensare che qualcosa sia veramente cambiato non tanto nelle istituzioni in sé, quanto nelle coscienze degli italiani, che in tanti hanno accordato la propria fiducia ad un comico dalle buone idee.
Lo stesso comico che sta ora trasformando il suo gran debutto sul palcoscenico della politica in una misera recitazione estiva per uno spettacolo di provincia. Dopo aver scritto un copione magistrale impone agli attori che si rispettino per filo e per segno le battute e i tempi. Ma la politica -sebbene sia spesso finzione- è perlopiù un cantiere di idee che non possono sottostare alle rigide direzioni di un regista che -per dirla con la Senatrice Gambaro (invitata a lasciare il movimento per alcune sue dichiarazioni) – nemmeno conosce il suo campo d’azione di cui tanto (s)parla, il Parlamento.
Grillo è riuscito a dare una speranza vera alle persone che credono nella giustizia e nella democrazia, e -merito forse più grande- è stato quello di riuscire a fare da cuscinetto ad un sentimento di odio che -senza la sua discesa in campo- sarebbe inevitabilmente sfociato in violenza.
Ora però sembra che stia sciupando ogni sforzo fatto, non sa mettersi in discussione con chi ha idee divergenti: “o con me o contro di me” ,dice, come ha fatto per l’appunto con la Senatrice Gambaro ed altri del Movimento 5 stelle.
Si tolga la maschera del comico, faccia il politico se vuole stare in politica,perché a tenere due piedi in una scarpa sola non si fanno passi avanti, al massimo si rischia di cadere.