Avvistato un alieno (vero).

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Ditegli che è un corrotto e che è un corruttore. Ditegli che ha fallito e che ha preso in giro una nazione intera. Ditegli che è un ladro e che in banca non ha niente di regolare. Insomma tutto gli si può dire a Berlusconi, ma non che non abbia coraggio. Sì, perché ci vuole un coraggio talmente grande per dire e fare quello che dice e fa lui, che quasi si stenta a credere che sia un essere terreno. Non glielo dite questo, altrimenti penserà di essere il Figlio dei Cieli, dato che già da Vespa, un tempo, ironizzò sul suo “Odore di Santità”. No, non gli si può dire nemmeno “Santo”. Forse è un alieno.

Dopo aver fatto la sua uscita di scena l’anno scorso, lo si era quasi dimenticato data la preoccupazione per lo Spread e per le tasse. Ma poi è tornato. Poi no. Poi sì, Poi forse. Poi no, poi si dovevano fare le primarie. Ora niente Primarie. Ritorno in campo: “Non posso assistere ad un’Italia in queste condizioni”- ha detto (pressoché in questi termini). Insomma, due sono le cose: o questo è pazzo o è un alieno.

Se un mio amico mi dice: “Ciao, esco con te”. Poi dopo mi chiama e mi dice: “No, guarda non esco più”. Poi mi richiama e fa: “Sì dai esco”. Poi all’ultimo: “Non me la sento” e poi mi richiama ancora e dice: “Esco, preparati”. Preparati? Come minimo gli dico: “Fa’ pace col cervello amico mio”.

Ecco ora penso che Berlusconi o ha qualche rotellina messa male (come aveva detto anche sua moglie) oppure viene da un altro pianeta, dove tutto è concesso e tutto è normale.

Insomma, se ci si pensa bene, un po’ d’anarchia non farebbe male, ma voi –specie chi già pensa di votarlo- fareste fare il Presidente del Consiglio a quel vostro amico che vi chiama mille volte per dire esco/non esco?  Già immagino cosa risponderebbe Bersani: “Oh ragassi, siam sulla terra, non facciamo i Marzsiani”.

La ciliegina avvelenata

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Ci mancava solo questa. Dopo le illazioni di Elsa Fornero dilazionate in un anno intero di governo tecnico, c’ha pensato il Presidente Mario Monti ad apporre la ciliegina sulla cima della torta.

“Il nostro Sistema sanitario nazionale, di cui andiamo fieri, potrebbe non essere garantito se non si individuano nuove modalità di finanziamento”. Così ha detto Monti durante un video collegamento con l’ inaugurazione di un centro biomedico.

Come a dire, lo Stato da solo non ce la fa, affidiamoci ai privati. Le polemiche non si sono fatte attendere e malgrado le rassicurazioni arrivate da Palazzo Chigi le intenzioni del governo tecnico sono chiare. Quali sarebbero queste fonti di finanziamento alternativo? Nessuno lo dice.

Fino a quando bisognerà sopportare tutto questo? Insomma, in Italia si passa su ogni cosa e si è talmente pazienti e fiduciosi da pagare un partito per eleggerne il capo. Senza contare che nello stesso partito i soldi che c’erano se li sono intascati personaggi come Lusi o Penati. Questa politica pesa sulle teste tricolori, tanto quanto è pesato quel macigno sorretto per  vent’anni a causa di Berlusconi.

Una volta Montanelli, a proposito della pericolosità del cavaliere disse: “Non ho paura di Berlusconi in sé, ma di Berlusconi in me”. Allo stesso modo oggi, non ho paura di chi fa politica, ma di chi ancora sopporta in silenzio questa misera fetta di torta, dalla ciliegina avvelenata.

Vendola allenerà l’Italia

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Le Primarie? Le vincerà Nichi Vendola. Almeno è così che la pensa il Governatore della Puglia,che promette sorprese per tutti. Effettivamente sarebbe una sorpresa vederlo vittorioso in un Paese  tanto legato ai valori ( predicati e non praticati) della Democrazia Cristiana, la quale, anche se formalmente non c’è più , è ancora presente in ogni colore della politica odierna (PD compreso).

Lo stesso Tabacci, altro candidato a Premier del PD è legato ad un passato democristiano e la medesima cosa vale anche per “il giovane” Matteo Renzi, è bene saperlo.

Non che essere stati democristiani debba essere una colpa, ma si dovrebbe pensare alla cosa come ad un campionato di calcio. In questo caso la nostra squadra è l’Italia che da  anni non vince niente: si era provato lo schema DC con Andreotti in porta e Craxi prima punta, ma tutto si concluse con un lancio di monetine in campo. Poi è stata la volta del modulo B zona, con la coppia Bossi- Fini in attacco e Berlusconi regista a far girare la(/e) palla(/e). Ci sono state negli anni piccole sostituzioni di schema, come quella di un certo  Prodi, che hanno spostato il gioco sulla fascia sinistra. Ma non è bastato…gli scudetti sono stati sequestrati perché fu mossa un’accusa pesante: “Berlusconi tu Ruby”.

Si deve svoltare. Si deve cambiare tattica, o meglio chi le tattiche le fa, ovvero gli allenatori. 

Ecco, credo che Vendola sia il miglior allenatore in circolazione e vorrei che facesse vincere la mia Italia.

 

Italian short news (Il riposo fa bene, Trova le differenze, No Monti day)

  1. Silvio Berlusconi fa spazio ai giovani. Dice di voler fare un passo indietro e che non si ricandiderà. Lo vedi Silvio che un po’ di riposo ti ha fatto bene?
  2. Traffico di rifiuti, arrestati uomini del Partito democratico. PD e PDL, la differenza è nella elle.
  3. Monti dichiara: “non sono indispensabile”. Il premier sfilerà sabato a Roma accanto ai manifestanti per il “No Monti day”.

Rigori

Non mi ero sbagliato a prendere una posizione sulle dichiarazioni della Ministra Elsa Fornero nel post di ieri. Oggi il Corriere della Sera ha lanciato Stay Hungry, Stay Choosy, un invito ai lettori (giovani) a condividere sul giornale on line le proprie esperienze lavorative, per dimostrare che questa generazione non è poi così schizzinosa come molti credono.

Il quadro che viene fuori dalle storie raccontate dagli utenti del sito è -per usare un eufemismo- triste. Ma tanto chi le ascolterà quelle lagne? Oggi ( o forse da sempre) non si ascoltano mai le storie, non si conosce la realtà, non si tocca mai con mano, anzi semmai le mani ce le si lava dagli oneri imposti dalle proprie responsabilità.

La naturalezza con la quale Presidenti, Ministri e Sottosegretari hanno enunciato frasi di ogni genere, testimonia quanta distanza c’è tra politica e cittadini. C’è troppo distacco quando Berlusconi dice che la crisi non c’è perché i ristoranti sono pieni, e gli alberghi non hanno mai un posto libero, quando Monti afferma che il posto fisso è brutto, o quando i giovani – finora solo sfigati e bamboccioni- sono adesso anche Choosy.

Oggi poi il Presidente Napolitano, in visita in Olanda ha dichiarato: “Non abbiamo fatto tutto quello che abbiamo fatto in questi ultimi dodici mesi per poi buttarne via i benefici, l’Italia perseguirà la via del rigore”.

Bene, giusto. Ormai abbiamo fatto 30, facciamo anche 31. Solo un appunto Presidente: se il rigore lo si applicasse anche ad altre cose, oltre che ai tagli al lavoro, alla sanità, al servizio pubblico e sociale, magari sarebbe un trattamento più equo. Va bene il rigore, ma non lo “fischi” solo contro di noi.

La scelta

George McGovern era un senatore americano. Ai più (come me) sconosciuto, è morto ieri a novant’anni. La notizia della sua scomparsa non fa rumore, diamine, era un vecchietto.

Senz’altro però, a leggere i suoi frammenti biografici viene da pensare all’importanza delle scelte. Importanti , banali, scelte comunque. L’esistenza del senatore è stata segnata dalle elezioni del ‘72 contro Richard Nixon, elezioni in cui venne sonoramente sconfitto. Tra i punti chiave del suo programma c’era l’abbandono della guerra del Vietnam. Non era uno spot, McGovern ci credeva davvero, tanto da essere considerato uno dei più a sinistra tra i democratici.

Detto questo cosa sarebbe successo se McGovern avesse vinto? Cosa sarebbe ora l’America senza quella Guerra? Avrebbe lasciato quelle successive? Avrebbe sperimentato pacifiche vie di potere?

Le scelte sono importanti tanto quanto le conseguenze che portano, ma quando se ne intraprende una non si è quasi mai consapevoli di ciò che si sta facendo. La vita poi fa il suo, cambia il percorso migliaia di volte, la rotta che uno cerca di seguire va in frantumi, i progetti poi, sembrano così ridicoli davanti agli scherzi del fato.

Al di la delle questioni prettamente esistenziali –per le quali ci vorrebbe un trattato specifico in stile filosofico- c’è qualcosa su cui a mio avviso, vale la pena ragionare.

Andiamo di fantasia: se dopo la scoperta del fuoco un nostro antenato preistorico, in preda alla depressione da Homo Solitarius, avesse preso a fare il piromane, si sarebbe mai scoperta la vera utilità dell’energia combustibile? Se i Sumeri non avessero inventato la ruota ci saremmo evoluti con la gobba? Se Gesù avesse scelto le opere cattive a quelle buone saremmo tutti dei delinquenti?

Non possiamo dirlo. Possiamo solo immaginare. Immaginare per esempio che se tanti anni fa, un giovane tredicenne di Scampia avesse scelto di allontanarsi dalla delinquenza potrebbe oggi vivere libero; immaginare che se si scegliesse di non fare la Tav molte persone vivrebbero meglio, poveri, ma felici; immaginare che se gli elettori del Lazio avessero scelto Emma Bonino al posto della Polverini magari qualche ospedale in più lo si poteva salvare; immaginare che se Berlusconi avesse scelto di non scendere in campo forse adesso non ci sarebbe bisogno di dipendere dalla Germania; immaginare ad esempio che se la politica italiana avesse scelto di spendere di meno in aerei militari, si sarebbero potuti creare migliaia di posti di lavoro per tanti giovani.

L’immaginazione stessa è una scelta. È la scelta di un mondo che può essere diverso.

Riposa in pace senatore McGovern.