La più bella del mondo

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In un Paese che ha così scarsa memoria, lo spettacolo di Benigni andato in onda su Rai1 qualche sera fa, è una cura contro l’alzheimer italiano. Malgrado molti abbiano criticato l’elevato compenso ricevuto dall’artista, qualcuno dovrebbe ricordare che i soldi del canone da versare a fine anno sono sempre gli stessi, perciò scegliere di destinarne molti per pagare le performances del grande Roberto, piuttosto che darne meno alla Clerici ad esempio (con tutto il rispetto per l’Antonellona nazionale), dovrebbe interessare fino ad un certo punto.

Benigni  si fa pagare, cosa c’è di male? Non ruba di certo. Lamentarsi di chi ruba avrebbe senso, eppure non s’è mai sentito Gasparri lamentarsi dei soldi rubati dal PDL. Poi però sul regista de “La vita è bella” dice: “Andate a vedere i compensi di Benigni”. Gasparri non ha notato forse la bellezza ed il valore di ciò che ha saputo dire il premio Oscar. Eppure non è da tutti i giorni sentire cose come: “La legge vieta, proibisce, la Costituzione ti protegge e ti spinge, è la nostra mamma. Una cosa di una bellezza… Tutto a favore, un sì. Avete visto i dieci comandamenti: è tutto un “no”, “non desiderare quello, non fare questo”. Invece la Costituzione è la legge del desiderio.”

Parole del genere sono una guida, una speranza vera, specie quando chiamano in causa i doveri dei governi di assicurare un lavoro a tutti:” Perché con la disoccupazione le persone non perdono solo il lavoro, perdono se stesse”. Ma poi diciamoci la verità: in un momento tanto triste non è meraviglioso ridere di gusto? Guardare Benigni ha permesso agli ascoltatori di farlo per tutto lo spettacolo, anche nei momenti più seri: “L’articolo 3 sembra scritto a Woodstock” –dice Benigni- “è Imagine di John Lennon trent’anni prima. Me li immagino a Montecitorio, come fricchettoni, che si passano il “cannone!”.

Certo nei giorni passati c’erano state occasioni di simile ilarità. In un’altra televisione –quella della D’Urso- s’era visto impettito sulla poltrona un altro comico. Effettivamente anche lì, chi si trovava davanti allo schermo dev’essersi fatto due vere, belle e grasse risate.

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