Virus

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“Faremo un accordo con le Poste, ma se uno non vuole andare all’ufficio postale trasmette al ministero del Tesoro i suoi estremi bancari e il Tesoro le fa il bonifico in 10 minuti”. Taaac. Basta poco, che ce vo? Berlusconi restituirà così l’IMU versato dagli italiani.

Ammettiamolo: nessun politico, nessuno al mondo avrebbe potuto calare un asso tanto forte. Ma  ci sono due cose su cui soffermarsi: 1) Se lo fa lo dice. Non è in dubbio il fatto che l’ICI possa essere restituito. Com’era stato per l’abolizione della tassa sulla casa, il Governo Berlusconi anche stavolta manterrebbe  le promesse fatte. 2) Le (male) promesse fatte hanno delle ripercussioni (non solo in Italia ma anche all’estero) e se da una parte dai, dall’altra togli. Quindi come farà S.B. a fare a meno di tutta quella mole di entrate statali? Taglierà da altre parti ovviamente.

Cosa fare quindi? Almeno non bisogna permettere che certe promesse vengano fatte o mantenute. Insomma NON VOTARE PDL è il minimo indispensabile per non continuare a straziare l’Italia. Certo è che a guardare il circondario dei partiti non se ne esce incoraggiati. Se Pd è dire banca fallita, se Moderati è dire banche corrotte, se Ingroia è dire niente. Allora cosa fare? Movimento 5 stelle??

Fino a ieri non lo ritenevo possibile. Ma da quello che vedo in questi giorni siciliani, mi rendo conto che tantissime persone voteranno Grillo. Almeno qui sarà una vittoria certa. Qualcuno mi ha detto: “è come un virus. Dobbiamo far salire il movimento alla camera per innescarlo e diffondere il cambiamento. Ancora per quanto tempo dobbiamo subire le solite facce e le solite promesse? Ci lamentiamo che le cose non cambiano e poi votiamo sempre gli stessi politici. Basta!”

Ripenso al Pd e ai suoi mille volti da sempre discordanti, ripenso al nano che vuole ridarci l’IMU e che ci toglierà ancora un pezzo grande di sanità e scuola. Vuoi vedere che alla fine voto 5 stelle?

Al di là del colonnato

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Questa foto è stata scattata a Napoli. Da una parte del colonnato c’è un barbone disteso a terra sotto le coperte. È appena morto di fame e di freddo. Dall’altra parte alcuni clienti del bar che consumano il loro caffè caldo, come se niente fosse successo. Napoli come l’Italia intera, un Paese in cui non i barboni, ma la gente comune  è messa sempre più in difficoltà dal basso tenore di vita in cui è costretta da uno Stato degli affari privati e delle false promesse. Uno Stato che non vede cosa succede al di là del colonnato.

L’Italia- lo si è detto spesso in questi mesi di demagogia da spending review- ha finanziato per circa dodici miliardi di euro l’acquisto dei famosi F35, i cacciabombardieri americani superpotenti che – guarda un po’ -alla fine tanto potenti non sono. Infatti è di recente pubblicazione un rapporto della Difesa U.S.A. che mette in guardia gli acquirenti dei giocattolini da guerra sui possibili suoi talloni d’Achille. Pare che gli ingegneri che si sono divertiti a rendere l’F35 un mostro da combattimento, abbiano alleggerito troppo la scocca e così non sia mai che passino sotto fulmine, perché –si legge nel rapporto- “potrebbero esplodere”.

Demagogia a parte, è lecito domandarsi se si può ancora rimanere fermi davanti ad uno spreco simile di denaro pubblico. Demagogia a parte, forse se qualcuno  riuscisse ad evitare questa enorme spesa che non ci difende da niente, darebbe sicuramente un bel segnale. Demagogia a parte, forse se qualche politico attraversasse quel colonnato le cose potrebbero andare meglio per tutti. Demagogia a parte, se quel barbone, che siamo io, te, noi, ci alzassimo in piedi ed entrassimo nel bar a chiedere ristoro faremmo la nostra parte, di quelli che almeno ci provano a difendere il proprio diritto di essere vivi in questa parte del colonnato.

Mi sono fatto da solo

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Non sorprende lo show che Berlusconi ha fatto stasera su Rai1 a Porta a Porta. Una serata interamente dedicata a lui, con il solito Vespa che cerca di fare il giornalista incalzante per poi fungere da spalla al comico più esilarante della politica italiana.

Intanto, tra una risata ed un’altra, Berlusconi ci infila due o tre concetti chiave che aprono la strada per una campagna elettorale vincente.

1) La colpa è degli altri: Fini e Casini (che adesso si alleano insieme a Monti) sono dei traditori. “Se avessi avuto i 40 voti che Fini si è portato via non sarebbe caduto il mio governo”- ha detto. Qualcuno gli ricordi (e si ricordi) che quel governo in precedenza si salvò grazie a voltafaccia della stessa sostanza di Scillipoti. Altro nemico è Tremonti: “Mica è colpa mia se siamo caduti” dice il Cavaliere, “No, si figuri” dice Vespa, “mica è colpa sua, su questo siamo d’accordo”. Perciò dice Berlusconi: “Se vinciamo farò il Ministro dell’Economia, così avrò più poteri”.

2) Il Presidente del Consiglio non ha poteri: “Bisogna cambiare la Costituzione. Un Presidente non può fare niente in questo Paese”- continua a ripetere Berlusconi. E certo, lui ne ha avuti pochi di poteri, poverino. Uno qualunque, con i suoi capi d’accusa, sarebbe da anni al fresco, ma va béh, è bravura degli avvocati quella. I poteri di Berlusconi vanno al di là di ogni tribunale e di ogni indecente votazione con cui lo stesso parlamento italiano dichiara possibile che una  Ruby sia la nipote di Mubarak. Sa bene, Berlusconi, che quando ha voluto ha anche potuto, e l’ha fatto con i Decreti legge. Di per sé un decreto legge è un atto che il Governo ha potere di adottare “in casi straordinari di necessità e urgenza” . Ma nel caso del governo Pdl sono stati fatti decreti legge anche per riformare la Protezione Civile, i quali vertici -guarda caso- sono tutti finiti nei guai con la giustizia.

3) Mi sono fatto da solo: anche in questa campagna elettorale continua la teoria del self made man. Certamente quel vecchio volpone di Silvio a 76 anni può dire con soddisfazione di averne fatte di cose, ma -con totale inconsapevolezza- il Cavaliere tralascia il fatto che uno stato non è un’azienda, né una squadra di calcio. Col marketing e la pubblicità si illudono le persone e si va avanti felici, fino a quando poi però a ridere sono gli altri.

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Lucidi o ci fanno la festa

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Dopo le vacanze natalizie uno come  me che ha voluto (di proposito) staccare la spina dalla vita politica italiana si ritrova un po’ frastornato dagli ultimi eventi. Ma una cosa è certa: staccarsi per un po’ di tempo da qualcosa permette di guardare alla realtà con maggiore lucidità.

Con lucidità infatti è più facile vedere l’ingenuità di Monti che si allea con i più deboli del carrozzone, i moderati, e che cerca di ripetere le tecniche mediatiche usate dal cavaliere per poi finire vittima di un cellulare ( e dei fotografi)  durante la messa del Papa di cui evidentemente non gli importa niente ma che serve -anche quella- a farlo figurare come un uomo di chiesa, immagine tanto cara e rassicurante per l’italiano medio.

Con la lucidità acquisita nei giorni scorsi è più facile osservare lo squallore di un partito come la Lega che -sotto inchiesta per fondi usati a sproposito- va ora a braccetto con Berlusconi, ritenuto fino all’altro ieri il demonio con cui non si dovevano più stringere alleanze. Ma questo è un Berlusconi nuovo, certo. “Sono d’accordo alle coppie di fatto” ha parafrasato stamattina alla radio. Menomale che sono talmente lucido da poter vedere quanto fondotinta c’è sulla faccia e sulle parole di uno che soltanto un anno fa diceva: “Finché governeremo noi non ci saranno mai equiparazioni tra le coppie gay e la famiglia tradizionale”. 

Dopo queste vacanze bisogna riprendersi e non farsi ingannare. Le festa è finita. Ma qualcuno spera ancora di farcela.

 

Mario vatti a scaldare

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Che sia stato un governo impopolare, lo sa anche chi di quel governo ne è stato il capo. Mario Monti è consapevole di aver perso molta della fiducia che gli italiani sembravano dargli all’inizio del suo mandato. Per questo motivo ancora non dice se si candiderà o meno per le elezioni di febbraio.

La sua tattica è quella di sfruttare l’immagine che l’ha caratterizzato da sempre, quella figura  di salvatore della patria che firma decreti legge eroici come -per l’appunto- il “Salva Italia”. La strategia è quella di far sì che siano i partiti a chiamarlo in campo, anche perché il Presidente Giorgio Napolitano gli ha chiesto –per il momento- di rimanere in panchina.

I metodi montiani potrebbero non essere democraticamente corretti, ma forse in questo caso il fine giustifica i mezzi. Il fine dev’essere lo stesso per il quale l’economista fu chiamato a governare: tenere basso lo spread e assicurare stabilità e credibilità in Europa. Un progetto che non può essere completato in un anno, malgrado Monti stesso dica: “Mission complete”. Di compiuto non c’è quasi niente perché a parte la fantaeconomia, mancano soldi per i pensionati e per la sanità, manca il lavoro per i giovani e le tasse sono troppe e troppo alte.

Una situazione che nessun partito politico italiano potrà sostenere e contrastare. Il PD è troppo eterogeneo, il PDL troppo personalistico e privo di contenuti extra-mediatici. Perciò, con tutti i mezzi ora bisogna continuare la “mission impossible” con la politica di Mario Monti, e mandare in panchina, ancora per un po’, la vecchia politica, auspicando invece, che presto qualcuno dal bordoncampo del Quirinale gridi a gran voce: “Mario riscaldati. Entri tu”.

 

 

Mannaggia a te mannaggia!

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Come può pensare uno di fidarsi ancora di Berlusconi? La crisi messa in atto dal suo egocentrismo megalomane, mascherato dal nome del partito che ha fondato qualche anno fa, il PDL, mette in serio pericolo l’Italia che lo stesso Silvio dice di voler salvare.

Monti si dimetterà dopo le parole di sfiducia di Angelino Alfano. Parole arrivate in seguito all’annuncio di Berlusconi di voler tornare in campo. L’Europa e gli investitori sono preoccupati. Ovviamente.

Ma- date le circostanze- non si poteva aspettare che Monti arrivasse a fine legislatura anziché scatenare un putiferio? Invece di Febbraio si sarebbe votato qualche mese dopo, d’accordo, ma almeno nessuno degli stati membri avrebbe potuto recriminare qualcosa.

Invece no, è quasi Natale e dobbiamo mangiare ancora ‘sto panettone avvelenato, solo perché persone irresponsabili decidono di ballare sulle nostre teste e di fare giochetti politici. Berlusconi! Mannaggia a te mannaggia!

Questo non è un articolo di calcio

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Anche oggi, stavolta contro il Catania, la Juventus ha portato a casa un risultato quantomeno discutibile. Tranquilli, questo non è un articolo di calcio.

Le squadre erano ancora sullo 0-0 quando Bergessio segnava un goal regolarissimo e per questo convalidato dall’arbitro. Peccato che dopo le proteste della panchina juventina il direttore di gara, Gervasoni- abbia annullato la rete. Ci ha pensato poi lo juventino Vidal a sistemare la partita portando in vantaggio la Vecchia Signora.

L’ unica nota positiva in una domenica così irregolare arriva dall’Irlanda: il sito di scommesse Paddy Power ha infatti deciso di applicare il Justice Payout, in italiano  “vincita di giustizia”, e di pagare quindi  chi aveva scommesso sulla vittoria del Catania: “A volte il risultato è talmente ingiusto” -fanno sapere- “che, semplicemente, è giusto rimborsare”.

Una lezione incredibile di giustizia, che arriva il giorno dopo del No Monti day,  dove ci si è chiesto se le istituzioni che ci governano abbiano o meno l’idea di cosa possa essere la giustizia sociale.

Uno governo che è stato posto al potere senza elezioni che ha saputo abbassare la spread, ma che ha costretto famiglie intere ad ammazzarsi di lavoro o ad uccidersi perché di esso private. Un Governo che ha credibilità all’estero ma umilia i pensionati e i giovani sempre più precari, anzi “aspiranti precari”.La crisi certo giustificherebbe tutto questo, se non fosse che l’Italia intera è la nazione dello spreco, della corruzione e del cemento con cui le mafie fanno soldi e impoveriscono i nostri paesaggi e il nostro futuro. Dov’è la giustizia?

Arbitro! Era goal.

Italian short news (Il riposo fa bene, Trova le differenze, No Monti day)

  1. Silvio Berlusconi fa spazio ai giovani. Dice di voler fare un passo indietro e che non si ricandiderà. Lo vedi Silvio che un po’ di riposo ti ha fatto bene?
  2. Traffico di rifiuti, arrestati uomini del Partito democratico. PD e PDL, la differenza è nella elle.
  3. Monti dichiara: “non sono indispensabile”. Il premier sfilerà sabato a Roma accanto ai manifestanti per il “No Monti day”.