Bersani vince le Primarie. La cosa si potrebbe commentare in mille modi. Fatto sta che l’elettorato della sinistra italiana ha votato per il vecchio. Perché, diciamolo una volta per tutti: Bersani è un brav’uomo, ma è vecchio dentro. Non aspettiamoci quindi- qualora dovesse un giorno diventare premier- cambiamenti radicali.
Per capire com’è fatto Pierluigi Bersani basta guardare al suo linguaggio. Se quello di Renzi è fresco, giovane e pure un po’ falsetto, quello del segretario del Partito è verace, agreste, quasi bucolico.
Forse è stato per questo che l’Italiano medio ha riposto più fiducia in lui che nel Sindaco di Firenze. Gli italiani sono ancora immaturi per passi nel buio e restano più affascinati da uno che dice: “oh ragassi…” con l’aria da zio buono, piuttosto che da uno che parla di blogger siriani che raccontano la primavera araba. Quella di Bersani è poesia…
“Oh, ragassi… siam mica qui a fare la permanente ai cocker”. “Oh, ragassi… siam mica qui a spalmare l’Autan alle zanzare”. “Oh, ragassi… siam mica qui a rompere le noci a Cip e Ciop”. “Oh, ragassi… non è che a Lampedusa montiamo le tende per metterci le tedesche”.“Oh, ragassi… se il maiale vuol diventare una porchetta non va mica dal parrucchiere”.
E gli italiani sono ancora un popolo di poeti…o di vecchi.