Non c’è più il futuro di una volta

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TRA POCHI MESI COMPIRÒ 26 ANNI, ALLA MIA ETÀ MIA MADRE ERA SPOSATA E LAVORAVA DA PIÙ DI 6 ANNI, AVEVA UNO STIPENDIO FISSO E UNA CASA IN COSTRUZIONE INSIEME A MIO PADRE, TANTI SOGNI E LA POSSIBILITÀ DI REALIZZARLI.
Io, ho passato 20 anni della mia vita per lo più a studiare. Studiare cose che a distanza di tanto tempo non ricordo più e devo recuperare a fatica dalle tante reminiscenze. Eppure mi era stato insegnato che lo studio e la preparazione pagano sempre. Mi sono adeguata alle “periodizzazioni” più strambe di anni scolastici che dicevano essere moderni e propedeutici all’impostazione universitaria, invece mi sono ritrovata a finire un liceo classico con vaghi ricordi di “esercitazioni di latino e greco” con i professori che giravano a turno.
Ho scelto l’università in un’età in cui pochi giovani possono sapere esattamente cosa vorranno fare da grandi e nessuno di essi è consapevole degli sporchi intrighi di un mondo del lavoro che non ci accoglierà mai! Ho provato a modellare la mia scelta tra piacere e possibilità lavorative, accettando la mia buona dose di fatica e di studio travagliato, ma adesso mi trovo comunque con prospettive future pari quasi a zero, a meno che io non voglia proseguire sui libri per qualche altro anno.
Come se non bastassero già i 20 lunghi anni passati a prendere voti, ad accettare giudizi, ad ingoiare obiezioni e frustrazioni. Come se non avessi già fatto la mia parte subendo tutti i giochi che hanno voluto imporci, i programmi ministeriali, le scadenze burocratiche totalmente inutili, le tesi e tesine che adesso marciscono negli archivi e i calcoli matematici con dei crediti che non serviranno a nulla perché saremo tutti “precari a vita” in questo paese. Come se non bastassero tutte le gobbe conquistate con prolungatissime schiene piegate sui libri, le vestaglie che ci hanno accompagnato per anni molto più di un abito da sera o di un costume sulla spiaggia, le ulcere e i malanni comparsi già a 20 anni, tutti i NO detti alla vita, alle amiche, al fidanzato e alla famiglia perché l’impegno allo studio è il primo (ed unico) contratto stipulato con noi stessi e con i genitori paganti…
D’accordo la cultura è per se stessi, ma in questo momento storico tanto abbrutito la realtà intorno mi ha insegnato che niente si fa per niente; dove ha sbagliato chi come me ha fatto tanto, gratuitamente e senza conti in tasca?

Clara Todaro

3 pensieri su “Non c’è più il futuro di una volta

  1. kiriosomega ha detto:

    Concordo completamente con le idee dello scritto. Aggiungo: “Ho studiato per oltre quaranta anni (40) e non mi è servito a niente. In questo paese se non hai, almeno fino ad oggi, qualcuno che ti fa da santo protettore, ma che poi ti porge il conto, non vai da nessuna parte. Forse sono stato presuntuoso nel rifiutare le offerte poi da pagare, ma al mattino, quando mi guardo allo specchio, posso ancora dirmi: “Quanto sono un grande stronzo onesto”! Certo, la sua posizione è diversa nelle motivazioni, a Lei hanno rubato la speranza oltre che il futuro, a Lei ed a quelli della sua generazione hanno rubato la gioventù, ma il risultato non cambia dal mio”.
    kiriosomega stronzo onesto

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